Commissione Procuratori Sportivi: ratifica del mandato ad iscrizione scaduta
Con C.U. 008/PS del 5.12.2018 la C.P.S. ha diramato le motivazioni della decisione assunta in data 08.10.2018 in merito al procedimento disciplinare a carico di un procuratore sportivo su richiesta di un calciatore suo assistito.
Il calciatore ed il procuratore sottoscrivevano contratto di rappresentanza in data 03.07.2017 (depositato in FIGC), sebbene quest’ultimo non fosse regolarmente iscritto al Registro. Successivamente, in data 04.09.2017, le parti sottoscrivevano un documento nel quale affermavano che (i) alla data di sottoscrizione del contratto l’iscrizione al registro era scaduta a causa di un disguido nella gestione amministrativa del rinnovo (ii) la posizione veniva regolarizzata in data 31.08.2017 (iii) nel frattempo l’operazione oggetto del contratto si era concretizzata (iv) l’intenzione comune fosse quella di mantenere fede agli impegni assunti.
Successivamente, nel novembre 2017, il calciatore affermava di non avere avuto conoscenza del documento di ratifica di cui sopra, disconoscendone la veridicità della sottoscrizione e richiedendo di dichiarare la nullità dello stesso e contestualmente l’inefficacia del mandato sottoscritto in data 03.07.2017 in quanto il procuratore non era iscritto al registro.
L’adita Commissione riconosceva che (i) le affermazioni in merito alla non conoscenza del documento di ratifica appaiono smentite dalla provata ricezione dello stesso su “whatsapp” (ii) le firme apposte appaiono simili alle firme autentiche con margini di ragionevole certezza in mancanza di perizia calligrafica (iii) il calciatore intratteneva conversazioni di carattere professionali con il procuratore anche dopo la ricezione del documento di ratifica.
La Commissione pertanto disponeva l’archiviazione del procedimento disciplinare a carico del procuratore, ritenendo piuttosto la condotta tenuta dal calciatore come strumentale al fine di screditare il procuratore sportivo per precostituirsi condizioni agevolative per la successiva revoca del mandato.
Il calciatore ed il procuratore sottoscrivevano contratto di rappresentanza in data 03.07.2017 (depositato in FIGC), sebbene quest’ultimo non fosse regolarmente iscritto al Registro. Successivamente, in data 04.09.2017, le parti sottoscrivevano un documento nel quale affermavano che (i) alla data di sottoscrizione del contratto l’iscrizione al registro era scaduta a causa di un disguido nella gestione amministrativa del rinnovo (ii) la posizione veniva regolarizzata in data 31.08.2017 (iii) nel frattempo l’operazione oggetto del contratto si era concretizzata (iv) l’intenzione comune fosse quella di mantenere fede agli impegni assunti.
Successivamente, nel novembre 2017, il calciatore affermava di non avere avuto conoscenza del documento di ratifica di cui sopra, disconoscendone la veridicità della sottoscrizione e richiedendo di dichiarare la nullità dello stesso e contestualmente l’inefficacia del mandato sottoscritto in data 03.07.2017 in quanto il procuratore non era iscritto al registro.
L’adita Commissione riconosceva che (i) le affermazioni in merito alla non conoscenza del documento di ratifica appaiono smentite dalla provata ricezione dello stesso su “whatsapp” (ii) le firme apposte appaiono simili alle firme autentiche con margini di ragionevole certezza in mancanza di perizia calligrafica (iii) il calciatore intratteneva conversazioni di carattere professionali con il procuratore anche dopo la ricezione del documento di ratifica.
La Commissione pertanto disponeva l’archiviazione del procedimento disciplinare a carico del procuratore, ritenendo piuttosto la condotta tenuta dal calciatore come strumentale al fine di screditare il procuratore sportivo per precostituirsi condizioni agevolative per la successiva revoca del mandato.
