Avv. Ferrari: “Malagò-Barelli? Questione complessa e delicata”
Nessuna tregua, anzi. Nonostante il rapido avvicinarsi dell’inizio delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, non sembra placarsi lo scontro tra Coni e Fin. L’ultimo atto, voluto direttamente da Giovanni Malagò, è stato il voto della Giunta Nazionale per fare decadere il presidente Fin, Paolo Barelli. Un atto dal grande peso politico prima ancora che sportivo che abbiamo commentato con l’Avvocato Federica Ferrari.
Avvocato, che conseguenze può avere uno scontro di questo tipo?
“La questione presenta profili di particolare complessità e delicatezza, pertanto mi soffermerei solamente sulle conseguenze giuridiche di quanto sta accadendo. L’aspetto sicuramente più imminente è rappresentato, infatti, dalla decisione che dovrà assumere la Fin a seguito della intervenuta decisione del Coni”.
Barelli è accusato di abuso del diritto di tutelarsi e di abuso dello schermo federale. Può spiegarci di cosa si tratta?
“Per diritto di tutelarsi si intendono una serie di condotte che, seppur legittime, manifesterebbero la volontà del Presidente di arrecare danni a terzi. Lo schermo federale sta, invece, ad indicare un ragionamento piuttosto complesso che sinteticamente può essere riassunto in una serie di condotte dietro le quali si celano specifici interessi dei singoli”.
Questo tipo di tensioni possono influire anche sulla spedizione azzurra a Rio? Tra l’altro gli atleti del nuovo nuoto sono i più numerosi e dovrebbero garantire un buon numero di medaglie.
“Gli atleti che partecipano alle Olimpiadi hanno esperienza e capacità di gestire situazioni, anche complesse, per cui non credo una simile vicenda possa inficiare negativamente sui loro risultati”.
Non c’è il rischio che questa battaglia voluta fortemente da Malagò rischi di passare come un capriccio personale del presidente del Coni?
“Da un punto di vista giuridico tale assunto non può essere sostenuto. Si tratta di una votazione espressa dalla Giunta del Coni che ha liberamente deciso di assumere siffatta decisione che è quindi collegiale e non frutto della presa di posizione di un singolo soggetto”.